Title | : | “DA CUBA A MILANO: DINAMICA DEL PAESAGGIO” in mostra dal 29/09/18 al 13/10/18 | ||
Location | : | Fabbrica del Vapore | Spazio Messina. Via Procaccini, 4 | ||
Date | : | 2018, September |
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Inaugurata il 26 settembre “DINAMICA DEL PAESAGGIO“, la personale di Danis Montero Ortega presso la Fabbrica del Vapore – In collaborazione con il progetto Artepassante e Ascanio Cuba.
Danis Montero Ortega, pittore di Santiago de Cuba è stato professore di Storia dell’arte presso l’Universidad de Oriente. Membro del Circolo Culturale “Luis Díaz Oduardo” e dell’Unione Nazionale Scrittori e Artisti di Cuba (UNEAC), per cui svolge attività di relatore, giuria, decoratore d’interni, espositore e muralista.
L’intensa attività creativa che l’artista ha portato avanti per oltre tre decenni, affiancata da una sostenuta attività didattica, è stata oggetto di premi e menzioni speciali che lo collocano tra i più importanti esponenti del panorama artistico di Santiago de Cuba e della disciplina nazionale delle arti plastiche.
“Lo sguardo si ferma allo stimolo più inaspettato del mondo che ci circonda, siamo sempre alla ricerca di appigli perché abbiamo imparato a imitare, o meglio, forse quella lezione l’abbiamo persa, lasciata nell’infanzia.
Lo sguardo richiede che gli diamo tutto: un ponte, un faro, un bouquet, perché non abbiamo sperimentato che un pennello rosso può essere un bouquet, una linea verticale la torre di luce e un rettangolo orizzontale il ponticello sul fiume che ci permette di attraversare la paura.
Stiamo aspettando che il mondo ci dia le sue figurazioni perché è molto più facile avere tutto già pronto; e mi chiedo, non sarebbe una grande opportunità per noi questa, di costruire il nostro mondo come fa chi scrive una pagina? Penso che sia di questo che si tratti.
Danis Montero Ortega ha atteso per molti anni e, questa volta, ci sorprende con masse di colore solide da cui emergono volumi che sono dibattuti nello spazio costruito; devi attraversare il labirinto delle forme, perderti in esse, osare. In quell’universo non c’è solo ciò che è alla portata dello sguardo, è necessario andare oltre. Queste opere emanano un’energia che ci trasforma, ci fa sentire diversi.
Sentire è un segreto. Di fronte a queste tele sperimentiamo una sorta di esorcismo, che ci manda in estasi. Dalle parole di Antonio Desquiron: “Il paesaggio è ciò che l’anima è capace di organizzare…” un barlume si accende.
È necessario contemplarle dalla più assoluta nudità, senza veli o legami, per cercare l’essenziale.
Dietro l’apparente rigidità battono anti-forme che invitano alla riflessione. Siamo di fronte a una gioia in cui questi ‘sentire’ espressi diventano autosufficienti e autonomi.
Di fronte a un’opera astratta non abbiamo segni di riferimento, siamo alla mercé dell’artista, ci offre la sua visione del mondo, ci coinvolge, ma allo stesso tempo ci dà la libertà di immaginare e sentire, perché lì tutto è possibile.
Il pittore sperimenta il trattamento di forme, luce e colore. Nel suo lavoro raggiunge la cinetica che dà loro una dinamica interna trasformata in immanente; spazi afflitti da monumenti di fabbrica, vaghe promesse di domesticità, macchine o città, diluiti tra velature di bianco.
Le forme si muovono ma rimangono nei loro locali: l’intera classe di edifici, aggeggi e oggetti, dominati dal blu e dal rosso, offrono suggerimenti sottili tra l’entusiasmo della costruzione e il guizzo più intuitivo.”
Commento di Dr. C. Diana Maria Cruz, Storica dell’arte, insegnante Universidad de Oriente, Santiago de Cuba.
On the web: ARTEPASSANTE.IT
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